Chi assiste oggi alle cerimonie di investitura dei Cavalieri e delle Dame dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme resta vivamente commosso ed edificato, ed ha l’impressione che il tempo si sia fermato all’Anno 1100. Le cerimonie si svolgono infatti in una antica Abbazia o in una solenne Cattedrale e seguono un rituale che ha subìto poche modifiche nel corso dei secoli.
Ma a chi assiste vien fatto anche di porsi alcune domande: Quando nacque l’Ordine? Come si sviluppò e sopravvisse nel corso di un Millennio?
E, soprattutto, quale è la sua funzione nei mondo contemporaneo?
A queste domande – sia pure in forma estremamente sintetica intendono rispondere le pagine che seguono.
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un’associazione di fedeli stabilita in base al diritto canonico, a cui è stata affidata dal Santo Padre la missione speciale di assistere la Chiesa di Terra Santa e di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana. Esso è retto dalle norme comuni del diritto canonico, dalle disposizioni ecclesiastiche particolari e da quelle del suo Statuto.
Da un punto di vista giuridico l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un’associazione di fedeli laici aperta anche agli ecclesiastici. Più precisamente è un’associazione nell’ambito della Chiesa, un’associazione di fedeli, cioè “di coloro che, essendo stati incorporati a Cristo mediante il battesimo, sono costituiti popolo di Dio e perciò, resi partecipi nel modo loro proprio dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, sono chiamati ad attuare, secondo la condizione propria di ciascuno, la missione che Dio ha affidato alla Chiesa da compiere nel mondo”.
L’Ordine ha tutti questi elementi in comune con altre associazioni di fedeli secondo le norme generali e il diritto canonico della Chiesa. D’altra parte la sua storia, le sue finalità, la sua struttura e la sua spiritualità conferiscono all’Ordine caratteristiche particolari che lo distinguono da altre associazioni di fedeli.
I documenti del Concilio Vaticano II, in particolare il decreto sull’apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem, sottolineano l’importanza delle Associazioni nell’ambito della Chiesa, in particolare dell’apostolato che ad esse si associa. Viene in particolare affermato che “salvo il dovuto legame con l’autorità, i laici hanno il diritto di creare associazioni e guidarle e di aderire a quelle già esistenti”.
L’esortazione apostolica Christi fideles laici di Giovanni Paolo II indica i criteri di ecclesialità di tali associazioni laiche, cioè i criteri che definiscono le associazioni della Chiesa e nell’ambito della
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è stato costituito dalla Santa Sede ed ha ricevuto dal Santo Padre una particolare missione; esso è, in base al Canone 312 §1 del diritto canonico, una pubblica associazione di fedeli.
Solo la Santa Sede è competente ad erigere associazioni pubbliche, universali ed internazionali di fedeli. Poichè i suoi Membri sono diffusi al di là delle frontiere nazionali e diocesane e possiede uno Statuto approvato e promulgato dalla Santa Sede, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è chiaramente un’associazione pubblica internazionale di fedeli.
Art. 1- (Istituzione)
“L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme”, di antica origine, riordinato ed arricchito di privilegi dai Sommi Pontefici, per vincoli storici, giuridici e spirituali è sotto la benigna protezione della Santa Sede.
L’Ordine è persona giuridica di diritto canonico, come dalle Lettere Apostoliche di Sua Santità Pio XII del 14 settembre 1949 e di Sua Santità Giovanni XXIII dell’8 dicembre 1962, nonché persona giuridica vaticana, come dal Rescritto di Sua Santità Giovanni Paolo II del 1 febbraio 1996.
Art. 2- (Fini)
L’Ordine ha per scopo:
1- di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa, osservando come base i principi della carità dei quali l’Ordine è un mezzo fondamentale per gli aiuti alla Terra Santa; 2 – di sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni culturali, caritative, culturali e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il quale l’Ordine mantiene legami tradizionali;3 – di zelare la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre, interessandovi i cattolici sparsi in tutto il mondo uniti nella carità dal simbolo dell’Ordine, nonché tutti i fratelli cristiani;
4 – di sostenere i diritti della Chiesa Cattolica in Terra Santa.
Art. 3 – (Natura)
L’Ordine per la sua natura e per le sue finalità strettamente religiose e caritative è estraneo a qualsiasi movimento o manifestazione di carattere politico. I membri dell’Ordine non possono prendere parte ad attività di enti, organizzazioni ed associazioni, il cui carattere, scopi e programmi siano in contrasto con la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, o appartenere a pretesi Ordini ed Istituzioni di asserito carattere cavalleresco, non riconosciuti dalla Santa Sede o non concessi da Stati Sovrani.
Art. 4 – (Sede)
L’Ordine ha la sua sede legale nello Stato della Città del Vaticano ed ha il centro della sua attività spirituale nel Convento situato presso la Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo, come da Motu Proprio di Sua Santità Pio XII, in data 15 agosto 1945.
A Gerusalemme ed ai Luoghi Santi si riallacciano fondamentalmente la storia e l’attuale vita dell’Ordine.
Per approfondire la storia dell’Ordine del Santo Sepolcro bisogna rifarsi a quel clima religioso, sociale e politico che si era creato nell’Europa occidentale ai primi di questo millennio e le cui principali componenti erano state la devozione per il Santo Sepolcro, il dolore di averlo perso in seguito alla occupazione musulmana, lo spirito di cavalleria e la pratica dei pellegrinaggi verso i Luoghi Santi.
Come è noto questo insieme di fattori, unitamente a molti altri, diedero luogo a quel fenomeno che oggi chiamiamo Crociate ma che allora venivano più umilmente chiamate “Peregrinationes ad Terram Sanctam”.
L’Ordine del Santo Sepolcro nasce, da un lato, da quel sodalizio cristiano – i Canonici – avente finalità religiose e di tutela dei pellegrini, che fu costituito presso la Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme nel 1099, subito dopo la conquista della Città da parte dei Crociati; dall’altro, dalla pia consuetudine seguita dai Pellegrini di chiedere di essere investiti Cavalieri in Gerusalemme ad opera, in un primo tempo, del Patriarca, poi del Custode francescano di Terra Santa o di rinnovare colà, con l’antico cerimoniale della cavalleria cristiana, l’investitura ricevuta altrove.
Tali tradizioni, memorie e pratiche si perpetuarono, con diverse vicende, nei vari Paesi europei dove Canonici e Cavalieri ripiegarono dopo la fine del Regno Latino di Gerusalemme.
Il fenomeno della migrazione in Europa dei vari Ordini cavallereschi, costituitisi durante le Crociate, non è proprio dell’Ordine del Santo Sepolcro. Quello che caratterizza le sue vicende nei decenni che seguirono la caduta dell’ultima piazzaforte crociata in Terra Santa, S. Giovanni d’Acri (1291), fu la circostanza che Canonici e Cavalieri si insediarono in una pluralità di Stati dell’Europa occidentale dando luogo, in ciascun nucleo, ad una propria documentata e ricchissima storia. Ad essa contribuirono anche quei nobili che, sfidando i rischi e i pericoli di un pellegrinaggio in Terra Santa nelle mutate situazioni politico-militari del Paese, continuarono a farsi investire “cavalieri” dal Custode o da altri cavalieri, alimentando così nei loro Paesi di origine le tradizioni e le pratiche dei “Milites Christiani”.
Ai primi del XV secolo i Sommi Pontefici presero cura di questa complessa realtà dando ad essa una vera e propria configurazione di Ordine cavalleresco e conferendo al Custode di Terra Santa, a titolo esclusivo, il privilegio di creare “Cavalieri del Santo Sepolcro”.
Non è questa la sede per dilungarsi sulle vicende dell’Ordine nel Medioevo e nel periodo Rinascimentale: tanto più che nell’aprile 1996 si è tenuto presso la Pontificia Università Lateranense, promosso dall’Ordine, un Colloquio Internazionale dal titolo “Militia Sancti Sepulcri: idea e Istituzioni”. Esso ha consentito a studiosi di chiara fama di Europa e di America di soffermarsi sul tema delle origini e della lunga e nobile storia di questo Sodalizio.
Venendo a trattare di tempi più recenti si ricorderà come una svolta decisiva si sia prodotta nel 1847 quando, con la Bolla “Nulla Celebrior”, il Santo Padre Pio IX diede nuova forma e vita all’Ordine, erigendolo a supporto del costituito Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Nè si ha bisogno di notare come quel periodo corrispondesse ad una delle tante fasi della “questione d’Oriente” (croce e delizia degli studiosi di storia diplomatica) quando, di fronte ad una delle ripetute crisi dell’Impero Ottomano, il Governo Francese da una parte e quello Zarista dall’altra, fecero opera di pressione anche militare sulla Sublime Porta per meglio tutelare e potenziare la presenza cattolica e ortodossa in Medio Oriente.
Il primo Statuto del nuovo Ordine risale al 1868. Esso è stato oggetto di ripetuti aggiustamenti fino all’attuale Costituzione, approvata da Sua Santità Giovanni Paolo II nel 1996. Fra le modifiche più importanti, apportate in questo periodo, sono da annoverare quella con cui il Sommo Pontefice rinunziò all’Ufficio di Gran Maestro a favore di un Cardinale di S.R.C. e quella ad opera di Leone XIII con cui venne istituita una categoria di “Dame”.
Che cos’è oggi l’Ordine del Santo Sepolcro? Se si vuole usare una definizione tratta dal Codice di diritto canonico esso è una “Associazione laica di Fedeli” “sotto la protezione della Santa Sede”. Ad essa l’attuale Costituzione, dataci da Paolo VI, propone due finalità fondamentali:
1. rafforzare nei suoi Membri la pratica della vita cristiana in fedeltà al Sommo Pontefice secondo gli insegnamenti della Chiesa;
2. rafforzare ed aiutare le opere e le istituzioni della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Una “premessa” che fa, per così dire, da introduzione alla Costituzione è anche più precisa; essa proclama che “lo zelo alla rinuncia, in mezzo ad una società di abbondanza, il generoso impegno per i più deboli ed i non protetti, la lotta coraggiosa per la giustizia e la pace, sono le caratteristiche dell’Ordine del Santo Sepolcro”. E ancora: “l’opera caritativa dell’Ordine deve avere le sue radici nella spiritualità dei suoi Membri”; infine: “la pratica della Fede cristiana si deve dimostrare nel seno della propria famiglia, sul posto di lavoro, nell’ubbidienza verso il Santo Padre e collaborando nella propria Parrocchia e nella propria Diocesi alle attività cristiane. L’Ordine richiede dai suoi membri:
– condotta morale
– devozione religiosa
– partecipazione alle attività della Chiesa
– apostolato laico
– disponibilità per il servizio della Chiesa
– cura dello spirito ecumenico, soprattutto tramite l’interesse vivo verso i problemi confessionali in Palestina”.
La pratica del Pellegrinaggio in Terra Santa, del cui valore e del cui significato si dirà più innanzi, non costituisce un obbligo, ma è vivamente consigliata e incoraggiata.
Come si vede si tratta di un programma di vasta portata che impegna in maniera né superficiale né occasionale tutti coloro che ne fanno parte, escludendo non soltanto chi è Membro di “Enti, Organizzazioni ed Associazioni il cui carattere e programmi siano in contrasto con la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica”, ma anche coloro – e non sono pochi – che vorrei definire “collezionisti di onorificenze”.
La consistenza numerica dei Membri dell’Ordine si aggira sui 30.000 tra Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici, ripartiti in 60 Luogotenenze, di cui grosso modo una ventina nell’Emisfero Occidentale (principalmente Stati Uniti e Canada) e altrettanto in Europa, di cui 7 in Italia.
Alcune di queste presenze organizzate dell’Ordine nel mondo, per il limitato numero di Membri che ne fanno parte, prendono il nome di “Delegazioni Magistrali”. Esse tuttavia non differiscono in nulla dalle Luogotenenze, né in dignità, né in “status giuridico”, né nelle finalità che esse si propongono o negli impegni assunti dai loro aderenti.
Quanto al modo con cui si diventa Membri dell’Ordine le procedure sono sostanzialmente due: su richiesta e per cooptazione.
La prima viene seguita soprattutto dalle sette Luogotenenze Italiane, Paese dove l’Ordine è sufficientemente conosciuto, non fosse altro per la pratica di svolgere Investiture nella Città dove ha sede la Luogotenenza, ma anche in altri centri di Provincia. Il Consiglio della Luogotenenza valuta la domanda, si sofferma sulle qualità morali e sociali del Candidato anche basandosi sulle dichiarazioni del parroco e dell’Ordinario; appone il suo parere favorevole alla domanda la quale viene trasmessa al Gran Maestro per la decisione finale.
Negli altri Paesi, e sono la maggioranza, dove viene seguito il sistema di cooptazione, l’iniziativa parte dai Membri del Consiglio di Luogotenenza, i quali valutano confidenzialmente le qualità della persona che si reputa suscettibile di desiderare i titoli per essere ammessa all’Ordine e, successivamente, prendono contatti con l’interessato. Il resto della pratica segue il suo iter normale.
In questi ultimi anni la media delle ammissioni annuali si aggira intorno al migliaio. Considerando i decessi, le rare dimissioni ed il caso di coloro che, con gli anni, abbiano dimostrato di aver perso interesse nell’Ordine o di averne aderito con idee errate, cessando così “de facto” di esserne Membri, si può contare su un aumento degli effettivi di qualche centinaio di Membri all’anno; questo aumento è da considerarsi soddisfacente, tenendo conto di un principio più volte espresso dal Gran Maestro e condiviso dal Gran Magistero che la qualità dei nostri ammessi prevalga sulla loro quantità.
L’organizzazione centrale dell’Ordine del Santo Sepolcro è così strutturata:
– il Gran Maestro, un Cardinale di Santa Romana Chiesa, nominato da Sua Santità
– il Patriarca Latino di Gerusalemme, che è anche il Gran Priore dell’Ordine
– un Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte un Governatore Generale e tre Vice Governatori Generali (attualmente uno di nazionalità tedesca, uno statunitense ed uno italiano)
– un Gran Magistero, avente funzioni consultive: esso è composto di non più di 18 Membri nominati dal Gran Maestro tenendo conto di una equa distribuzione geografica.
L’organizzazione territoriale si configura in Luogotenenze (una o più per ogni Stato), ciascuna guidata a sua volta da un Luogotenente laico, da un Gran Priore e da un Consiglio.
Al quesito di come siano divisi i poteri in seno all’Ordine, ai termini della sua Costituzione, si può rispondere con buona approssimazione richiamandosi alla Costituzione Americana: il Gran Maestro è come il Presidente degli Stati Uniti, titolare di tutto il potere esecutivo; il Governatore e i Vice Governatori formano il suo Gabinetto. Il Governatore Generale se volete è il Segretario di Stato, quello americano, ben inteso.
Quanto ai concetti di “checks and balances”, propri della Costituzione Americana, essi si realizzano attraverso una interpretazione estensiva delle funzioni del Gran Magistero: questo organismo difatti, con gli anni ed in piena unità di spiriti ed il Gran Maestro e con il Patriarca di Gerusalemme, ha finito con l’assumere funzioni quasi legislative ed il compito di tracciare le linee direttive dell’azione dell’Ordine.
Anche significativi – nel senso dei “checks and balances” – sono la larga autonomia che, nel rispetto dei principi fondamentali, viene lasciata alle Luogotenenze ed il continuo dialogo che si vuole mantenere aperto tra il Gran Magistero e le Luogotenenze stesse.
Altro Organo che riunisce attorno al Gran Maestro i Membri del Gran Magistero e tutti i Luogotenenti, è la Consulta: il Parlamento o, se mi si consente il Sinodo, si svolge, per più giorni ogni cinque anni e, anche attraverso il lavoro di Commissioni, rende possibile un riesame approfondito delle finalità, strategie e procedure operative dell’Ordine.
Venendo ora a parlare del funzionamento dell’Ordine, si fa evidente riferimento alle sue finalità caritative e assistenziali in Terra Santa.
La parte spirituale, difatti, facendo salve le direttive e le raccomandazioni emananti dal Gran Maestro, viene, com’è logico, assicurata dalle singole Luogotenenze e dalle loro divisioni
Anzitutto una parola sui destinatari dei nostri aiuti: gli arabi cristiani in Terra Santa hanno della nostra assistenza. I nostri fratelli di Palestina, molti di essi certamente discendenti delle prime comunità cristiane fondate dagli apostoli, si trovano oggi in condizioni particolarmente difficili: stretti fra gli Israeliani che non li amano perché Arabi ed i Musulmani che non si sentono ad essi solidali in quanto cristiani, essi tendono ad emigrare.
La diaspora palestinese non è un fatto nuovo, ma è specialmente grave per i Cristiani, poiché essi sono pochi. La loro partenza totale dalla Palestina farebbe della Terra Santa come disse Paolo VI, un “museo vuoto”.
Per quanto riguarda il trasferimento delle risorse economiche raccolte dalle Luogotenenze e inoltrate in Terra Santa, esse vengono utilizzate, prioritariamente, per sostenere il bilancio ordinario del Patriarcato. Trattasi di una Diocesi “sui generis”, non solo per l’ampiezza (attraverso 68 parrocchie la sua giurisdizione copre la città di Gerusalemme, Israele propriamente detto, i Territori occupati e la Giordania), ma anche perché gestisce, oltre alle tradizionali attività diocesane, anche ben 40 asili nido, 44 scuole elementari, 26 scuole medie e 7 licei, con un personale di 862 docenti e di 107 religiose e con un’affluenza di quasi 18.000 alunni.
Vien fatto di domandarsi quante altre Diocesi al mondo debbano far fronte a questo tipo di impegno, e se ve ne sia un’altra così strettamente dipendente – per quanto riguarda la provenienza delle sue risorse – da un’Associazione di laici cattolici.
Ma gli interventi dell’Ordine non si fermano al bilancio ordinario del Patriarcato: esso finanzia altresì iniziative destinate a finalità sociali del Patriarcato; sovvenziona alcune fra le tante Istituzioni religiose esistenti in Terra Santa; assicura borse di studio all’Università di Bethlehem e aiuta, sempre con borse di studio, scuole professionali e così via.
Un momento privilegiato della vita di un Cavaliere del Santo Sepolcro è il Pellegrinaggio in Terra Santa. Esso comporta non soltanto la venerazione dei Luoghi santificati duemila anni fa, dalla presenza del nostro Redentore, ma anche la visita del Seminario e di una o più parrocchie e l’incontro con le comunità cristiane e con i loro pastori ed i loro insegnanti. Da essi, e dalla loro viva voce, i nostri Confratelli possono rendersi conto delle dimensioni dei loro problemi, delle loro preoccupazioni, delle loro necessità anche materiali, ma soprattutto del gran bisogno di pace, di lavoro, di libertà nel loro proprio paese. In cambio i nostri Confratelli danno testimonianza della loro solidarietà, dell’impegno preso dall’Ordine a loro favore e li fanno sentire, forse, meno soli e più forti per far fronte alle difficoltà di tutti i giorni.
Non poche volte questi incontri danno lo spunto ad iniziative particolari prese da alcune Luogotenenze per venire incontro a necessità urgenti prospettate da questa o da quella parrocchia, da questa o da quella scuola.
In taluni casi singoli o gruppi o Luogotenenze si assumono la responsabilità di progetti di più ampie dimensioni in aree particolarmente bisognose e ad alto rischio sociale.
E’ da notare che tutte queste risorse finanziarie – e questo è un punto che si desidera particolarmente sottolineare – provengono, o meglio sono il frutto, dal primo all’ultimo dollaro, della generosità dei singoli Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici Membri del Santo Sepolcro. Ci vantiamo dunque del titolo di Ordine “mendicante” differenziandoci così da altri Ordini Cavallereschi che, pure perseguendo benemerite attività caritative, dispongono di una forte consistenza patrimoniale. L’unica nostra proprietà è il Palazzo dei Penitenzieri, detto altrimenti Palazzo della Rovere, in Via della Conciliazione, che ci consente, attraverso il canone proveniente da alcuni affittuari, di far fronte alle spese generali dell’Ordine e consentire così che lo stesso ultimo dollaro più sopra ricordato sia utilizzato in Terra Santa.
Uno degli impegni più rilevanti dei Cavalieri e Dame dell’Ordine del Santo Sepolcro consiste nel sostenere e promuovere le attività religiose, culturali e sociali – nonché le istituzioni – della Chiesa Cattolica in Terra Santa, in particolare quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme, cui l’Ordine è legato dalla tradizione e dalla storia. Questo impegno comprende: il sostegno al Patriarca e ai suoi tre vescovi ausiliari, agli 81 preti sparsi nelle varie parrocchie e alle 120 suore al servizio del Patriarcato Latino; il finanziamento del seminario per la formazione dei futuri sacerdoti a Beit Jala, delle 43 scuole patriarcali, e più in generale delle attività culturali e sociali e dei progetti edilizi.
Negli ultimi anni, sono stati rinnovati 7 presbitèri e altri 4 sono stati costruiti; sono stati anche ristrutturati 7 conventi di suore e acquistate 2 residenze per studenti universitari.
L’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro è pure particolarmente attivo nel campo dell’istruzione: ha fatto costruire 4 asili nido e 3 scuole per alunni più grandi. Queste ultime sono: la scuola di primo e secondo livello, con 942 alunni, di Reneh (presso Nazaret, Israele), quella consimile inaugurata a Fuheis nel 1988, attualmente frequentata da 1043 alunni, e, infine, quella di Kerak-Al Wasieh (Giordania meridionale): essa è stata aperta nel settembre del 2000 con 450 alunni, nonostante la circostanza che la costruzione non fosse ancora terminata. Ora l’edificio è stato completato e inaugurato ufficialmente nel settembre del 2001. Si prevede che nel prossimo anno scolare il numero degli iscritti salirà a 800.
In questi tempi, non si può parlare della Terra Santa senza accennare alla situazione drammatica delle tre regioni incluse entro i confini della diocesi del Patriarcato. In Israele la vita è dominata dalla paura di attentati terroristici. L’assenza di turisti e di pellegrini ha avuto gravi ripercussioni sull’economia, ripercussioni che si registrano anche in Giordania. Continuano gli atti di violenza in Cisgiordania. Le conseguenze derivanti dall’assenza di pellegrini e turisti sono gravissime. La ristorazione, l’industria alberghiera, nonché quella dei souvenirs e oggetti religiosi sono completamente ferme. I servizi di trasporto pubblico sono stati drasticamente ridotti: la gente non può più spostarsi liberamente; le consegne di cibi e di merci non arrivano ai negozi, il servizio sanitario non è più garantito. L’80% dei palestinesi rimangono senza assicurazione sanitaria. Particolarmente colpito risulta il settore dell’istruzione: molti genitori non sono più in grado di pagare le rette scolastiche. In qualche zona della Cisgiordania la disoccupazione è arrivata al 70%. Per dirlo chiaro: in Palestina molte persone patiscono la fame!
Di fronte a questa situazione drammatica, e ai suoi effetti devastanti per i cristiani di Terra Santa, il Gran Maestro dell’Ordine, cardinale Carlo Furno, ha ordinato alle Luogotenenze di sospendere tutti i progetti di costruzione, concentrando invece i propri aiuti a favore delle scuole patriarcali e delle persone bisognose o in difficoltà. Di conseguenza, dall’aprile 2001, l’Ordine incentra i propri sforzi unicamente nel settore degli aiuti umanitari.
L’Ordine comunque continua a fornire un sostegno finanziario a varie istituzioni cristiane di utilità sociale. Questo sostegno è stato aumentato dopo lo scoppio dell’intifada “Al-Aqsa”. Citiamo alcuni casi a titolo esemplificativo.
Un orfanotrofio a Betlemme, che, di solito, ospita 60 bambini abbandonati o di famiglie povere di età inferiore ai sei anni, è stato messo in grado di fornire un pasto caldo al giorno ad altri 60 bambini, i cui genitori sono ormai troppo poveri per provvedervi. Sono state inoltre create una residenza per ragazzi a Betania, gestita delle Suore di San Vicenzo de’ Paoli; una residenza per ragazze provenienti da famiglie povere, la “Casa della Pace” al Monte degli Ulivi a Gerusalemme retta dalle Suore francescane; due residenze per ragazzi e ragazze gravemente handicappati, una a Haifa ed una a Ain Karim/Israele dove ragazzi ebrei, musulmani e cristiani sono amorevolmente accuditi dalle Suore; una residenza per 50 anziani ad Abu Dis, Gerusalemme. E’ stato anche istituito un servizio di pasti a domicilio che fornisce pasti caldi e provvede ai bisogni fondamentali degli anziani e dei poveri del centro storico di Gerusalemme e a Beit Hanina.
Diversi centri sociali ed istituzioni ricevono un contributo finanziario, scorte di medicinali e assistenza medica; quando è necessario, l’Ordine fornisce il denaro per consentire l’acquisto delle indispensabili apparecchiature mediche.
E’ opportuno mettere in evidenza come le scuole costruite dall’Ordine del Santo Sepolcro, e le istituzioni da esso sostenute, siano aperte a tutti, senza distinzione di nazionalità, etnia o religione. In tal modo, Cavalieri e Dame sparsi in tutto il mondo intendono contribuire alla reciproca comprensione ed alla pace nella Terra ove Nostro Signore è nato, morto e risorto.
Dama di Collare Elisabeth Verreet
Membro del Gran Magistero
Presidente della Commissione per la Terra Santa
Scopo di queste righe, è quello di dare un’idea sommaria di che cosa sia l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di quali siano le finalità e gli impegni che assumono i suoi aderenti, Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici e come essi vi facciano fronte.
Chi fosse interessato a ricevere maggiori informazioni potrà rivolgersi agli uffici del Gran Magistero, alle Luogotenenze ed invero ad ogni Membro dell’Ordine che non mancherà di rispondere adeguatamente.
L’impegno a migliorare il livello della nostra spiritualità (obiettivo primario dell’azione dell’Ordine) ed i nostri metodi di lavoro per quanto riguarda l’assistenza ai nostri fratelli di Terra Santa è profondamente sentito da tutti i nostri Membri; sono pertanto ben più frequenti gli impulsi in tal senso che provengono dalle Luogotenenze e dai singoli Membri di quanto non lo siano le direttive di carattere generale formulate dal Gran Magistero.
Ma la cosa che maggiormente ci conforta è la benevolenza nei confronti dell’Ordine che ha dimostrato in più occasioni Sua Santità Giovanni Paolo II e che si è espressa in due Suoi recenti messaggi.
Vi è in uno di essi una frase che ci ha fatto riflettere: “Vi incoraggio”, ha detto il Papa ai Membri del Gran Magistero ricevuti in udienza il 24 aprile 1993, “vi incoraggio a sostenere con dedizione ogni iniziativa di riconciliazione tra individui e popoli”.
Ci rendiamo conto che tutta la nostra azione si traduce in poche gocce d’acqua nel mare dei problemi politici, economici che affliggono il Medio Oriente. L’esortazione del Sommo Pontefice, tuttavia, ci lascia pensare che il nostro piccolo aiuto per alleviare le sofferenze dei nostri fratelli in Terra Santa, la nostra presenza nei pellegrinaggi, le Scuole del Patriarcato frequentate da cristiani e da musulmani, la preghiera dei nostri Confratelli, possano, per le vie misteriose della Divina Provvidenza, rendere più vicino l’avvento della pace e della riconciliazione in Terra Santa.