LUOGOTENENTE
Ricorre oggi il quindicesimo anniversario dell’ingresso nella casa del Padre, avvenuto il 10 dicembre dell’anno 2006, di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Salvatore Pappalardo.
Egli fu per un periodo lungo quasi ventisei anni illuminato Arcivescovo Metropolita di Palermo.
Ricordo con commozione, quando avevo il privilegio di andarLo a trovare nella Casa Diocesana di Baida dove si era ritirato concluso il Suo alto ministero, ciò che talvolta mi diceva: “Non desidero essere ricordato soltanto per la frase pronunciata in occasione delle esequie del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo, in quell’evento triste e doloroso, ma anche per il bene che ho fatto per la nostra città di Palermo”.
Si riferiva, ovviamente, alla frase ormai entrata nella storia Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, “mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata dai nemici; e questa volta non è Sagunto, ma la nostra Palermo! Povera nostra Palermo, come difenderla?”
Ed Egli sempre la difese, da quando fu nominato Arcivescovo il 17 ottobre del 1970 e fece il Suo ingresso in Arcidiocesi il 6 dicembre dello stesso anno.
Fu tra i primi a schierarsi, senza paura, senza clamori ma con grande efficacia, contro la mafia, dando a tutti noi l’esempio; ideò e sostenne con la Sua indiscutibile autorevolezza molteplici iniziative e attività che hanno cambiato il volto della nostra Città. Si deve proprio a Lui e alla Sua regia l’avvio della cosiddetta “Primavera di Palermo”, che tanta fiducia, allora a noi giovani, ci ha trasmesso e ancor oggi ci trasmette. E, ancor prima, ebbe tanto a cuore il destino delle periferie emarginate o del centro storico trascurato, che, per risvegliare un concreto fraterno interesse, coniò la parola “Missione Palermo”, suscitando qualche malumore, ma avviandone di fatto una vera rinascita e, comunque, riaffermandone la giusta considerazione. Come non ricordare, tra il molto altro della Sua poliedrica attività, il dono ai Palermitani, il 10 aprile del 1976, del Palazzo Arcivescovile; ebbe allora a dire: E’ opportuno che essi lo usino convenientemente come “bene culturale” e lo offrano in godimento agli altri visitatori”. E si potrebbe a lungo continuare a ricordare, spaziando dal primo indispensabile sostegno da Lui offerto all’allora sconosciuto Biagio Conte, o al lungimirante e determinante contributo dato all’arrivo in città dell’Ismett.
E anche il nostro Ordine ha nei Suo confronti un imperituro debito di riconoscenza. Il Cardinale, in un periodo difficile, sul finire degli anni ‘80, prese in mano la situazione e, con la Sua persona, ne garantì la ristrutturazione, gettando semi fecondi di cui ancora oggi e certamente nel futuro raccogliamo e raccoglieremo i frutti copiosi.
Egli è stato per lunghi anni, fino alla scomparsa, il Gran Priore di Luogotenenza, sicura guida spirituale, sempre prodigo di consigli e sempre presente alle nostre riunioni. Come ci arricchiva il recarci la domenica alle Sante Messe da Lui celebrate e ascoltare le Sue omelie! E ci riempie di gioia il fatto che oggi il Suo ruolo e la Sua guida siano stati assunti da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Paolo Romeo, a Lui vicinissimo, che Lo seguì filialmente fino agli ultimi giorni.
Uniti nella preghiera, rivolgiamo al Cardinale Pappalardo il nostro commosso e deferente pensiero, rassicurandoLo che i Suoi insegnamenti continuano a vivere nei nostri cuori e ci sostengono nel nostro giornaliero servizio di Cavalieri e Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Cav. Gr. Croce Ing. Maurizio Russo
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