Carissimi Presidi e cari Delegati,
desidero porgere a Voi e ai Vostri familiari gli auguri di una buona e santa Pasqua di Resurrezione, che Vi prego di estendere ai Cavalieri e alle Dame delle Sezioni e delle Delegazioni di Sicilia.
Appena tornato da un breve Pellegrinaggio in Terra Santa, svolto insieme ai Luogotenenti di lingua italiana per portare la nostra concreta solidarietà a coloro i quali si spendono nel meritorio servizio e nell’ insostituibile magistero in quella Terra oggetto purtroppo dei tragici avvenimenti che ci rattristano, ancor più pressanti e significative appaiono le parole che ci sono state rivolte nel recente messaggio pasquale da S. Em.za
Reverendissima il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’ Ordine: “E’ questo amore di Dio riversato in noi attraverso lo Spirito a darci conforto e a spingerci nella nostra missione. Un amore che esplode e “sposta” le pietre, come in quel giorno di Pasqua in cui la pietra non poteva più stare davanti al Sepolcro: la morte è stata vinta allora per sempre e per noi questa è una certezza “.
Nell’attesa quindi di trascorrere la gioia della Pasqua, arricchita quest’anno dalla grazia dell’Anno Giubilare, consapevoli del motto ” Pellegrini di speranza” e sforzandoci di renderlo in noi vivo nei suoi molteplici aspetti e significati, rivolgiamo un sentito pensiero di vicinanza ai nostri Confratelli e alle nostre Consorelle che la
vivranno in Terra Santa in un contesto di sofferenza e timore, che auspichiamo possa avere finalmente termine, impegnandoci sempre più ad essere degni custodi di quel Sepolcro vuoto che ci è stato affidato.
Con l’auspicio di avere al più presto la possibilità di riprendere con serenità e in sicurezza i nostri Pellegrinaggi in quella Terra, uniti in preghiera perché questo intendimento possa diventare una realtà, Vi abbraccio tutti fraternamente in Cristo Signore.
Maurizio Russo
Carissimi Signori Presidi e carissimi Signori Delegati,
Carissimi Confratelli e Carissime Consorelle,
ci apprestiamo a celebrare la Santa Pasqua, la più importante ricorrenza posta a fondamento della nostra fede, con il cuore colmo della grande gioia nella rinnovata luce del Salvatore Risorto e, al contempo, colmo della tristezza per il tragico, terribile e lungo periodo di guerra che purtroppo continua a coinvolgere la Terra Santa.
Con ancora vivo l’edificante e coinvolgente ricordo del nostro Pellegrinaggio svolto all’inizio dello scorso mese di ottobre rivolgiamoci a nostro Signore, invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria, la Madre alla quale filialmente ci stringiamo.
Anche quest’anno, in questa solennità, mi permetto citare S. Em.za Rev.ma il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine, che nel volume da Egli scritto e intitolato “E tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento” ci ricorda, tra l’altro che “Conviene allora fermarsi ancora, seppure brevemente, sul magnifico, alto e ultimo gesto umano di Gesù morente di affidamento della madre ... a Giovanni … Fu quel gesto che definì la nuova maternità di Maria in senso ecclesiologico … La fede di Maria in ogni momento rimase a lievitare, per riapparire nel contesto della Comunità apostolica in preghiera, in attesa dello Spirito Santo ... Per l’Ordine del Santo Sepolcro Maria con il titolo di “Nostra Signora Regina della Palestina” è liturgicamente venerata quale Patrona il 25 ottobre ... L’Ordine, dunque, per profonde motivazioni, ha particolarmente a cuore l‘amore per la Madre di Gesù, alla quale si rivolge quale faro di pacifica convivenza fra i cristiani e le popolazioni che abitano la Terra Santa, terra benedetta proprio dalla stessa presenza storica di Maria e dove Ella non ha ancora del tutto esaurito la speciale missione affidatale dalla Provvidenza”.
E allora, sempre fraternamente uniti, preghiamo per la pace e per scongiurare ogni guerra, come quelle di inaudita violenza a cui oggi assistiamo, e proseguiamo nella missione a cui siamo stati chiamati, continuando ad operare a sostegno della Terra Santa e nelle realtà ecclesiali in cui viviamo.
Porgo i più fervidi auguri per la Santa Pasqua di Risurrezione, che Vi prego di estendere ai Vostri familiari, con un fraterno abbraccio in Cristo Gesù a ciascuno di Voi rivolto.
Maurizio Russo
Cari Cavalieri e Dame,
c’è un brano, tra i più significativi del Vangelo, in cui la ‘parola’ del Signore si fa ‘gesto’ carico di un contenuto nuovo e che ci aiuta ad entrare nella Pasqua del Signore. Il gesto, sappiamo, è sempre un linguaggio che rafforza la parola, anzi la rende non di rado più suggestiva.
Veniamo al brano nella narrazione che ce ne dà l’evangelista Luca: il Maestro è a Gerusalemme in occasione della Pasqua; egli aveva ampiamente parlato della vigilanza, mettendo in guardia dall’ipocrisia e dagli inganni; stando poi nell’Atrio del Tempio, volle commentare un gesto quasi insignificante e nascosto, l’obolo di una povera vedova che entrando nella Casa di Dio donava il proprio contributo di due soldi, tutto ciò che aveva; fu un gesto di amore molto bello per quel Luogo che era lo spazio della presenza gloriosa dell’Altissimo in mezzo al suo Popolo: la Shekinah di Dio; su Gerusalemme Gesù aveva anche preannunciato il giorno in cui la Città santa sarebbe stata umiliata, distrutta e privata della propria nobiltà spirituale. Era stata una giornata faticosa e di sera, allora se ne andò sul costale del Monte degli Ulivi per pregare avendo a fronte la Città di Davide. Noi conosciamo bene quel posto suggestivo di fronte alle imponenti mura e alla spianata del Tempio se abbiamo già fatto il nostro pellegrinaggio in Terra Santa.
Il giorno dopo, ricorrenza degli Azzimi, Gesù desiderando celebrare la Cena Pasquale, mandò Pietro e Giovanni a preparare il necessario: luogo, pane, vino, erbe amare, dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua» (Lc 22, 8). La Pasqua ebraica, così ricca di simboli per Israele, è per Gesù l’ultima, ma anche l’occasione per un ‘evento’ nuovo che egli ha nel cuore: l’istituzione di quella che per la Chiesa diverrà la Pasqua sacramentale, l’Eucaristia: «Quando fu l’ora prese posto a tavola e gli apostoli con lui: Ho desiderato, ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi – disse – prima della mia passione … Poi preso un pane … lo spezzò e lo diede dicendo: Questo è il mio corpo … fate questo in memoria di me …; prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue …» (Lc 22, 14 e ss.).
Il segno dello ‘spezzare il Pane’ e di ‘prendere il Calice’ diverrà l’impronta del riconoscimento del Maestro risorto.
In quell’agire di Gesù la ‘parola’ si era fatta ‘gesto’ significante, cioè sacramento. Attorno ad esso si radunerà la Chiesa, e i Cristiani si riconosceranno come Koinonia, cioè Comunità di fede nel Risorto, in cui ogni battezzato avrà un’esistenza ‘ecclesiologica’ alla quale si lega per sempre. Nella parola di Gesù divenuta, dunque, gesto, c’è tutto il ‘segno’ sacramentale consegnato alla Chiesa; in questo senso, nella fede, lo accogliamo anche noi.
Come Pietro e Giovanni siamo chiamati anche quest’anno a preparare la Pasqua, ben sapendo che, in quanto Cavalieri e Dame dell’Ordine del Santo Sepolcro, siamo indissolubilmente legati al mistero di Cristo; noi non possiamo non ascoltare lo stesso invito di Gesù: «Andate a preparare … la Pasqua», senza essere spiritualmente e emotivamente coinvolti dall’evento nuovo del Signore in tutta la sua bellezza e ricchezza. Quella richiesta di Gesù ci riguarda direttamente.
Non avrebbe senso andare in pellegrinaggio a Gerusalemme se venisse meno il significato profondo di ciò che siamo e desideriamo essere; se non avessimo il desiderio di rivivere la Pasqua del Signore e con il Signore, perché ogni pellegrinaggio è un andare a preparare la Pasqua nella nostra vita, nella nostra fede. La Pasqua resta l’evento che unisce in Cristo l’eternità di Dio e il nostro tempo.
Anche quest’anno, nonostante i drammi che sconvolgono la Terra Santa, accogliamo quell’invito rivolto a Pietro e Giovanni, quelle parole del Signore che Egli poi traduce in gesto sacramentale; non per una qualche abitudinarietà che spesso accompagna le nostre ricorrenze religiose, ma per quel rendere attuale la grazia pasquale come se fosse l’unica o anche l’ultima della nostra vita. Per gli Apostoli effettivamente fu nell’Ultima Cena con Gesù prima della sua passione che capiranno il senso della nuova ‘Alleanza’ fondata sul mistero della morte e risurrezione. Il ‘gesto’ compiuto nell’Ultima Cena, che era rimasto per così dire sospeso in vista della passione e morte del Signore, riacquista tutta la pienezza nella Pasqua di resurrezione del Signore e viene restituito alla Comunità apostolica e alla Chiesa come Azione di Grazia.
Parafrasando una riflessione di Sant’Agostino (sul Salmo 60) possiamo dire che Gesù prese in sé il senso della Pasqua ebraica ridonandola a noi rinnovata in una nuova Alleanza, prese da noi l’umiliazione del peccato e il dramma della morte, e a noi offrì il perdono e la gloria della risurrezione, consegnandocela nel Sacramentum novum.
Nel triduo pasquale, che inizia con la Cena eucaristica il giovedì santo (primo giorno), uniamoci alla sofferenza nel Getsemani, seguiamo Cristo nell’umiliazione, morte e sepoltura (secondo giorno), e, facendo nostro il silenzio sabatico (terzo giorno), rimaniamo nell’attesa della Pasqua di resurrezione, come il Signore aveva detto.
Buona Pasqua.
Fernando Card. Filoni,
Gran Maestro
Con lettera del 14 dicembre 2023, S. E. il Luogotenente ha inviato lettera ai Presidi e Delegati locali per esprimere a tutti i Cavalieri e Dame della Sicilia gli auguri per le prossime festività natalizie.
Lettera Presidi e Delegati 14 12 23 prot 68 23_231215_072815
Dal 5 al 10 novembre si è svolta, a Roma, la Consulta dell’Ordine (che di norma si svolge ogni quattro anni), presieduta dal Gran Maestro, S.Em.za Rev.ma il Cardinale Fernando Filoni, e dal Governatore Generale, S.E. il Cav. di Collare Amb. Conte Leonardo Visconti di Modrone, alla presenza dei Membri del Gran Magistero, della quasi totalità dei Luogotenenti provenienti da ogni parte del mondo e, per la prima volta, dei Gran Priori di Luogotenenza (anch’essi presenti in gran numero).
Abbiamo tutti partecipato con la tristezza nei cuori per le terribili notizie che ci sono giunte dall’amata Terra Santa per la guerra che si è lì scatenata con una moltitudine di vittime innocenti, resaci nella sua drammaticità anche dall’accorato intervento, svolto in videoconferenza data la impossibilità di essere presente, dell’Eminentissimo Patriarca di Gerusalemme il Cardinale Pierbattista Pizzaballa.
Sono trascorsi giorni di intensi e interessanti incontri, svolti in seduta plenaria e in gruppi di lavoro nei quali i Luogotenenti sono stati suddivisi, con un sentito e costante spirito di fraterna amicizia; i temi trattati sono stati numerosi, e tra questi, il principale, quello della formazione, rivolta ai nuovi ammettenti, ai Cavalieri, alle Dame e agli Ecclesiastici.
E’ stato anche anticipata l’articolata bozza del nuovo regolamento generale dell’Ordine, che potrà essere esaminato e interpretato, nel corso dei mesi successivi, fino alla sua definitiva pubblicazione.
Hanno poi avuto luogo incontri riservati dell’Eminentissimo Cardinale Gran Maestro e di S.E. il Governatore Generale con ciascun Luogotenente presente e il proprio Gran Priore, per una discussione rivolta alla specificità di ciascuna Luogotenenza.
Ho avuto la gioia di essere accompagnato da S.Em.za Rev.ma il Cardinale Paolo Romeo, nostro Gran Priore, che con paterna benevolenza, vicinanza e riconosciuta autorevolezza, ha avuto modo di presenziare e partecipare alle riunioni e agli incontri.
Il momento da tutti tanto atteso ha avuto luogo giovedì 9 novembre, quando siamo stati ricevuti in udienza dal Santo Padre Francesco, che ci ha rivolto il Suo coinvolgente discorso, che si riporta di seguito.
Cav. Gran Croce Ing. Maurizio Russo, Luogotenente
Udienza ai partecipanti alla Consulta
La Luogotenenza della Sicilia ha compiuto il Pellegrinaggio in Terra Santa, dopo la pausa dovuta alla pandemia, nei giorni compresi tra il 29 settembre e il 5 ottobre di quest’anno.
Il gruppo di Pellegrini è stato formato da cinquantadue persone, tra le quali quaranta tra Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici, e alcuni familiari.
Tra le note positive del Pellegrinaggio è stata la partecipazione di un gran numero di Cavalieri e Dame (ventisette) che, per la prima volta nella loro vita, hanno avuto la possibilità di visitare i Luoghi Santi.
Altra nota positiva è avere avuto la possibilità di essere stati spiritualmente guidati da S.Ecc.za Rev.ma Monsignor Domenico Mogavero, Priore della Delegazione di Mazara del Vallo, da Monsignor Filippo Sarullo, Cerimoniere Ecclesiastico di Luogotenenza e da Don Massimo Di Natale, Cerimoniere Ecclesiastico della Sezione di Siracusa.
Ulteriore nota positiva è stata quella di avere vissuto questa esperienza unica e formativa con un gruppo di persone che si sono ritrovate tra loro coese e motivate, che con naturalezza e attenzione hanno partecipato ad ognuna delle molteplici visite e attività del Pellegrinaggio, sempre ben indirizzate dalle assai professionali guide dell’agenzia organizzatrice e dall’insostituibile e costante fraterna disponibilità del Gr. Uff. Antonio Mirto, Cerimoniare Laico di Luogotenenza.
Un gran numero di partecipanti che per la prima volta, come detto, si sono recati in Pellegrinaggio in Terra Santa, ha subito fatto respirare un’atmosfera di viva attesa, di meraviglia, di coinvolgimento da loro trasmessa e da tutti percepita.
Avere poi la possibilità in ogni luogo visitato di ascoltare proclamata dai dotti e al contempo affabili Presbiteri la Parola e la Sua esposizione, così come la celebrazione Eucaristica giornaliera, con appassionate e appassionanti omelie, o la Via Crucis compiuta lungo la Via Dolorosa, o l’ingresso solenne e la Santa Messa celebrata nella Basilica del Santo Sepolcro, ci ha concretamente arricchiti, consentendoci di vivere questa esperienza letteralmente immersi nella spiritualità che promana dai Luoghi Santi, lasciando talvolta attoniti e senza parole, e silenziosamente coinvolti nella profondità della propria persona.
E, tra le altre, la gioia di assistere nella sala capitolare del Patriarcato di Gerusalemme, in una cerimonia ordinata e densa di profondi significati, alla consegna di un gran numero di conchiglie del Pellegrino a coloro che si sono recati per la prima volta in Terra Santa.
E come non ricordare, poi, la magnifica opportunità che è stata offerta a tutto il nostro gruppo, di visitare il Seminario di Beit Jala, incontrare il Rettore, i Presbiteri che ivi insegnano e i ventuno Seminaristi, tra i quali colui che sosteniamo negli studi (ormai giunti al terzo anno) con la borsa di studio intitolata al nostro amato Gran Priore di Luogotenenza, S.Em.za Rev.ma il Cardinale Paolo Romeo, a testimonianza viva e concreta del nostro pur modesto ma assai sentito impegno per la formazione di nuovi Sacerdoti in una Terra che ne ha tanto bisogno.
Anch’Egli ci avrebbe guidati, se non si fosse dovuto recare al Concistoro indetto dal Santo Padre Francesco il 30 settembre in San Pietro, nel corso del quale è stato elevato alla porpora cardinalizia Sua Beatitudine Eminentissima Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, al quale, nel rallegraci di vero cuore, abbiamo confermato la nostra filiale vicinanza.
Certo, nel nostro Pellegrinaggio abbiamo percepito e ci è stato riferito delle grandi difficoltà in cui vivono giornalmente i Cristiani, il cui numero, purtroppo, registra una continua diminuzione; ma questa situazione deve rappresentare per noi Cavalieri e Dame ulteriore stimolo per sempre più significativamente operare a sostegno dei Confratelli e delle Consorelle in Terra Santa, vivendo e sentendo la missione che la Chiesa ci ha affidato.
Ma purtroppo, tutto quanto di costruttivo, fortificante e gratificante abbiamo vissuto, si è dovuto confrontare con le terribili e tragiche notizie che, appena rientrati, sono giunte da quegli stessi Luoghi lasciati da due giorni.Raccolti in preghiera per le vittime e auspicando che possa prevalere al più presto la pace, ci siamo ancor di più resi conto di avere ricevuto la grazia di avere compiuto con serenità il nostro Pellegrinaggio, e di essere stati risparmiati da complicazioni e momenti assai difficili.
E quanto vissuto in questi sette giorni deve, ritengo, non soltanto essere custodito nei nostri cuori, ma costituire anche motivo di riflessione e meditazione nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nelle locali realtà ecclesiali in cui siamo inseriti e a cui dobbiamo assicurare la nostra disponibilità e il nostro operativo contributo, cercando di confermare che il privilegio di essere Cavalieri e Dame dell’Ordine è un dono ricevuto che deve essere offerto con coerenza giornalmente e nella nostra ordinarietà.
Maurizio Russo
Omelia pronunciata da S. E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo e Priore della Delegazione di Trapani in occasione della Celebrazione Eucaristica mensile tenutasi nella Chiesa Capitolare di San Cataldo, sede della Sezione di Palermo il 12 marzo 2023.
Carissimi Cavalieri, carissime Dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme!
Ringrazio per l’invito a presiedere questa celebrazione eucaristica nel vostro cammino verso la santa Pasqua. Ho aderito volentieri, ben consapevole che con me viene interpellata tutta la nostra Delegazione di Trapani: è un’occasione di crescita nella comunione tra tutti noi e nella disponibilità alla specifica missione che la Chiesa ci affida. È lo Spirito Santo che ci raduna nel nome di Cristo e ci permette di offrire la nostra vita nel sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. L’Ordine insegna a pregare con profonde parole di fede. Diremo alla fine della Messa con la preghiera dei Cavalieri e delle Dame, il desiderio di “essere degni del sacrificio” di Cristo; per questo invochiamo: “Fa’ scendere su di noi il Tuo Spirito affinché ci renda convinti e sinceri ambasciatori di Pace e di Amore fra i nostri fratelli e, particolarmente, fra coloro che pensano di non credere in Te”.
Ambasciatori, cioè strumenti di pace e di amore.
La Parola ci interpella
Il libro dell’Esodo (Es 17,3-7) ci rivela la vicinanza di Dio al popolo in cammino nel deserto: “Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb”. Il bastone con cui Mosè ha percosso il Nilo è lo stesso strumento con cui deve battere la roccia per ottenere l’acqua che disseta: così “ne uscirà acqua e il popolo berrà”. Al centro c’è la sete umana: sete di libertà finché si è schiavi di questa o quell’altra potenza, sete di acqua fincJ1é ci sono zone desertiche da attraversare nel tempo e nella terra della libertà personale e comunitaria.
È sempre la Parola di Dio, per bocca di san Paolo, che ci dà la certezza della speranza. Lo assicura ai cristiani di Roma: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (5,5). Sì, è lo Spirito Santo, donato dalla Pasqua di Cristo, che ci disseta, ci raduna, ci rende ambasciatori e strumenti di pace e di amore. Gesù stesso dona alla samaritana, e a tutti gli assetati, la certezza di un dono straordinario: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 13-14 ). Oggi questa Parola è rivolta a noi tutti, alle nostre famiglie e al nostro cammino nella Chiesa di oggi. Il mondo attende testimoni credibili, portatori di quella speranza che nasce dal sacrificio di Cristo sulla croce.
Una spiritualità dell’Ordine
Quando nella preghiera contemplate le cinque piaghe del Signore, voi chiedete: “Donaci la forza di amare tutti gli esseri del mondo che il Padre tuo ha creato e, più degli altri, i nostri nemici”. Siete consapevoli del deserto della mente e del cuore, quando dite: “Libera la nostra mente e il nostro cuore dal peccato, dalla parzialità, dall’egoismo e dalla viltà per essere degni del tuo sacrificio”. Per questo chiedete il dono dello Spirito: “Fa’ scendere su di noi il tuo Spirito”. La prospettiva è quella dei pellegrini, che chiedono la fede: “Donaci la fede per affrontare tutti i dolori della vita quotidiana e per meritare un giorno di giungere umilmente ma senza timore al tuo cospetto”.
Il cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro, vi ha consegnato un prezioso libretto: E tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Per una spiritualità dell’Ordine del Santo Sepolcro. È un invito a risalire a “ciò che Maria di Betania fece sei giorni prima della morte di Gesù. Gli unse i piedi, e Gesù lodò questo gesto. E nello stesso tempo lasciò poi alla Chiesa il compito di continuare questa stessa missione, quando disse: i poveri saranno sempre con voi. La Chiesa sarà con voi, continuerete a ungere di profumo i passi della vita della Chiesa, dei poveri, di tutti coloro che entreranno a farvi parte. Ecco: la nostra spiritualità parte da questo punto, e poi segue il mistero di Gesù, quindi la sua passione, l’istituzione dell’eucaristia, la morte, la resurrezione, seguendone gli aspetti più significativi”. Questo percorso biblico ed ecclesiologico si concretizza nella disciplina interna dell’Ordine. La sostanza è quella di essere testimoni del Signore Risorto, presente nella storia. Presente in particolare nella delicata e dolorosa storia della Terra Santa.
Da lì parte il nostro impegno di testimoni nel mondo, a fianco di tutti i testimoni che lo Spirito Santo suscita nella nostra isola, in Italia, in Europa e oltre tutti i confini. In questa domenica della samaritana voglio ricordare a me e a voi un libro che don Primo Mazzolari scrisse durante la Seconda guerra mondiale. Si chiamava La samaritana. Nel personaggio femminile, protagonista del dialogo con Gesù narrato nella pagina evangelica di Giovanni ascoltata oggi, il parroco – scrittore riconosceva l’immagine dei tanti “lontani” assetati di giustizia e di amore, a cui la Chiesa doveva e deve far giungere la parola del V angelo. Il dialogo con la donna di Samaria serve per rilanciare l’idea che l’annuncio cristiano deve essere un incontro personale, che tocca e trasforma nel profondo. Il dialogo cristiano è risposta alla “sete d’infinito”, è fonte di vita rinnovata nella storia di tutti e nel quotidiano di ognuno. Va offerto con la delicatezza di chi conosce e riconosce il mistero della coscienza, “credendo nell’amore e nel metodo dell’amore”. Avanti, ambasciatori di pace e di amore! Come Mazzo lari “inquietate con intelligenza e carità” (B. Bignami) gli uomini e le donne del nostro tempo.
CRISTO È RISORTO!
Auguri per la Santa Pasqua da parte di S. E. il Luogotenente.
Carissimi Confratelli e carissime Consorelle,
anche quest’anno ci apprestiamo a celebrare la ricorrenza della Santa Pasqua, che ci chiama a rivivere il mistero della Resurrezione di Cristo che rappresenta per noi cristiani l’evento ontologicamente più straordinario, l’evento fondante della nostra fede.
Quali Cavalieri e Dame saremo chiamati a ricordare con fede e devozione, nelle Sezioni e Delegazioni di Sicilia, i momenti più significatividella Settimana Santa per riaffermare, nel segno della Croce, la nostra appartenenza all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di quel Sepolcro vuoto a Gerusalemme da cui siamo partiti e da cui è partita la Chiesa.
Anche quest’anno, in questa solennità, mi permetto citare S.Em.za Rev.ma il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine, che nel volume da Egli scritto e intitolato “ E tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento” ci ricorda, tra l’altro, che “Quali membri dell’Ordine del Santo Sepolcro, noi non siamo insensibili ai sentimenti di nostro Signore e sappiamo di avere un amore speciale per questa Città (Gerusalemme), nel sogno non secondario di favorire l’inclusività dei diritti di tutti coloro che via abitano e dei pellegrini; il rispetto dei diritti, infatti, rappresenta il lastricato per il cammino della pace in Terra Santa….. Noi non saremo i grandi architetti della pace e della convivenza civile, piuttosto, ricorrendo ad una nota immagine evangelica, preferiamo essere piccoli operai nella vigna del Signore. Non presuntuosi, non saccenti, bensì lieti artigiani credendo che in questo modo possiamo apportare un contributo reale ed efficace…Se tocca a tutti contribuire alla pace, per noi l’impegno è primario e ne facciamo una ragione seria della nostra appartenenza all’Ordine.”
E allora, sempre fraternamente uniti, preghiamo per la pace e per scongiurare ogni guerra, come quella, terribile, che oggi coinvolge con inaudita violenza il nostro continente, e proseguiamo nella missione a cui siamo stati chiamati, continuando ad operare a sostegno della Terra Santa e nelle realtà ecclesiali in cui viviamo.
Formulo i più fervidi auguri per la Santa Pasqua di Resurrezione, che Vi prego di estendere ai Vostri familiari, con un fraterno abbraccio in Cristo Gesù a ciascuno di Voi rivolto.
Cav. Cr. Cr. Ing. Maurizio Russo
APPUNTAMENTI MARZO 2023
Carissimi Confratelli e Consorelle,
DOMENICA 12 MARZO – Chiesa Capitolare di S. Giuliano- ore 10.30 – Celebrazione Eucaristica Comunitaria, giornata raccolta fondi per il seminario.
GIOVEDI’ 16 MARZO – Chiesa Capitolare di S. Giuliano- ore 19.30 – Continuano gli incontri di formazione con una riflessione del confratello Mons. Leone Calambrogio sulla lettera Apostolica di Papa Francesco “Totum amoris Es”.
A seguire pio esercizio della “Via Crucis”, per venerare la passione di nostro Signore.
GIOVEDI’ 23 MARZO – Chiesa del Monastero di San Benedetto ORE 16,30 – Vespri, Rosario e adorazione del Santissimo presso le nostre sorelle Benedettine. Rivolgersi alla Consorella Marinella Viscuso Gentile (cell 3388914085). Abito da chiesa.
SABATO 25 MARZO – Chiesa badia di Sant’Agata – ore 19.30 – Esercizi spirituali: tempo per esaminare la coscienza, per meditare, per contemplare, per pregare oralmente e mentalmente tenuti dal confratello cerimoniere ecclesiastico D. Massimiliano Parisi: ( I giorno) Luca 10, 25-37. Dal passare oltre al prendersi cura.
LUNEDI’ 27 MARZO – Chiesa badia di Sant’Agata – ore 19.30 . Esercizi spirituali: tenuti dal confratello D. Massimiliano Parisi: (II giorno) Luca 24,13-35 . Da fuggitivi a narratori.
SABATO 1 APRILE – Chiesa BADIA DI SANT’AGATA – ore 19.00 – celebrazione della Domenica delle Palme.
Il Preside
Cv. Gr. Cr. Dott. Sergio Sportelli